Il report di Morgan Stanley sulle utility analizza gli scenari possibili in vista del meeting del 9 settembre. L’attenzione si sta spostando dal mercato del gas a quello dell’energia elettrica.
Nell’UE27 i costi del gas e dell’energia elettrica potrebbero aumentare di circa 1,2 trilioni di euro (~8% del PIL), di cui il 70% per l’energia elettrica e il 30% per il gas, da circa 200 miliardi di euro dell’anno prima della crisi a circa 1,4 trilioni di euro su base annua.
Sarà quindi necessario che l’impatto di questo problema sia condiviso tra le aziende e i governi.
Data la situazione dei prezzi nei mercati dell’energia elettrica del Nord Europa, è altamente probabile un ulteriore intervento. I prezzi dell’energia elettrica di base ad agosto si sono attestati al 900-1900% al di sopra dei livelli pre-crisi ed è probabile che i clienti subiscano aumenti di circa il 100-400% (cioè prima dell’intervento/attenuazione) delle tariffe elettriche in tutta Europa.
In linea di massima due sono gli approcci per ridurre l’impatto sui clienti:
1.) Abbassare i prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica sganciandoli dai prezzi del gas
2.) I governi ridistribuiscono ai clienti i guadagni realizzati sui prezzi dell’energia.
L’approccio ottimale sarebbe la riduzione del prezzo dell’energia stessa.
Una Riforma in due fasi: il 9 settembre verrà annunciato il programma per uno sgravio immediato dei rincari. Secondo Reuters, l’approccio sarà il secondo e ciò potrebbe ridurre l’aumento dei costi energetici dell’UE-27 da ~1,2Tr / 440% a 670 miliardi di euro / 210% nel periodo 2023/24.
Ci aspettiamo inoltre che inizi una riforma più strutturale per ri-regolamentare il sistema energetico europeo secondo le linee degli Stati Uniti, ma l’attuazione di questa soluzione richiederebbe probabilmente diversi anni.
Posizionarsi positivamente sui titoli azionari: l’evento del 9 settembre rappresenterà molto probabilmente un evento di de-risking per i produttori di energia europea, riducendo l’incertezza e innescando un rally dei titoli.
Inoltre, le preoccupazioni del mercato prima dell’evento del 9 settembre appaiono essere superiori al probabile risultato. L’intervento/riforma si potrebbe tradurre in un risultato netto positivo per molti titoli rispetto al periodo pre-crisi e forse anche migliore di quanto il mercato stia valutando.