Gli effetti di inflazione persistente, cambiamenti delle politiche fiscali e monetarie e quadro geopolitico sul settore dei prodotti industriali.
Le pressioni di un ambiente mutevole ‒ inflazione persistente, cambiamenti delle politiche fiscali e monetarie e quadro geopolitico in evoluzione ‒ hanno assunto quest’anno un ruolo dominante sui mercati, con conseguenze economiche significative. Gli effetti sono stati particolarmente pronunciati nel settore dei prodotti industriali.
Situazione attuale del settore
Prima della guerra Russia/Ucraina, offerta di forza lavoro, inflazione e turbative nelle filiere produttive esercitavano già un impatto sulla produzione in generale. Assenteismo, tassi di dimissioni più elevati della norma e prepensionamenti gravano sull’offerta di forza lavoro dall’inizio della pandemia, esercitando pressioni inflazionistiche sui salari e, in ultima analisi, sui prezzi di molti beni.
I lockdown legati al COVID, in particolare in Cina, hanno impattato significativamente le filiere produttive globali perché le chiusure delle fabbriche limitano le forniture. Continuano le carenze di componenti e i chip dei semiconduttori, utilizzati in una gamma crescente di beni, iniziano solo ora a mostrare qualche progresso dopo un periodo particolarmente problematico.
La guerra Russia/Ucraina costituisce un ulteriore fattore di disturbo, dato che i prezzi delle materie prime sono saliti alle stelle in quanto il conflitto blocca le forniture e l’Occidente cerca di risolvere il problema della propria dipendenza dalle commodities russe. Tale problema è stato più visibile per prodotti come il petrolio e il gas naturale, ma la Russia è un importante fornitore anche di metalli industriali quali nickel, acciaio e alluminio.
Le aziende hanno risentito dello sganciamento delle economie dalla Russia: un esempio lampante è quello delle case automobilistiche e delle imprese che forniscono componenti auto. Il palladio russo è essenziale per la produzione di convertitori catalitici per le automobili e l’Ucraina è un importante fornitore di cablaggi per il settore automotive.
L’industria automobilistica è alle prese non solo con questi effetti sulle filiere produttive e la produzione ridotta, ma anche con una generale avversione di mercato ai rischi. Le dinamiche recenti hanno destato timori che l’inflazione più elevata e la minore fiducia dei consumatori possano contrarre la domanda e che il settore non possa beneficiare di trend positivi quali l’allentamento delle misure restrittive anti-COVID e una rinnovata disponibilità di componenti elettronici.
È possibile che le imprese riescano a scaricare ulteriori aumenti dei costi sui consumatori, ma resta il problema di quanto a lungo possa durare l’inflazione prima che la domanda crolli. I risparmi accumulati e la generale forza dei mercati hanno collocato consumatori e imprese su livelli di bilancio robusti.
Segnali di ottimismo
Ciò detto, i comparti chiave dell’economia industriale sembrano essere in grado di superare la prevista stretta della Federal Reserve (Fed) e il conflitto in Ucraina, salvo una grave escalation o un evento nucleare. I dati più recenti sulla produzione manifatturiera (misurati in base all’Indice dei Responsabili degli Acquisti, PMI) evidenziano un’attività robusta e un sentiment degli intervistati ancora all’insegna dell’ottimismo. I bassi livelli di scorte di beni strumentali richiedono una ricostituzione delle riserve, che dovrebbe sostenere la domanda.
Cominciamo inoltre a osservare qualche allentamento dell’offerta di materie prime e molte imprese prevedono un miglioramento nel secondo semestre del 2022 per quanto riguarda le carenze di componenti. Per quel che concerne i vincoli dell’offerta di forza lavoro, numerose aziende registrano ora il livello di assenteismo dei dipendenti più basso dalla scorsa estate, grazie al superamento dell’ondata della variante Omicron. È possibile che i recenti lockdown decretati in Cina a causa del COVID provochino ulteriori problemi logistici e di fornitura, ma la carenza di corrieri e il quadro delle assunzioni sono in miglioramento.
Rafforzare i temi nel lungo termine
Come abbiamo sottolineato in passato, tecnologie della difesa, automazione e riorganizzazione delle filiere produttive sono temi centrali che possono alimentare la crescita a lungo termine per il settore dei prodotti industriali. Gli sviluppi di mercato ora in atto, a nostro avviso destinati ad avere conseguenze durature, non fanno che rafforzare la nostra convinzione.
Per esempio, l’ultimo trimestre ha indubbiamente sottolineato l’importanza del settore della difesa. Per l’esercizio finanziario 2023 è stato proposto un bilancio per il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD) di ben 773 miliardi di dollari USA, equivalenti a un aumento del 4,1% rispetto al 2022. In un quadro di dibattito continuo, con le elezioni di metà mandato che si profilano all’orizzonte, il budget per la difesa potrebbe aumentare ulteriormente.
Al contempo, tutte le indicazioni prospettano un aumento della domanda degli stati dell’Unione Europea intenti a rafforzare le proprie difese a fronte di una minaccia russa più tangibile. Sulla scia dell’allentamento delle restrizioni legate al COVID e della riapertura delle attività del DoD, alcune società attive nel campo della difesa potrebbero iniziare ad aggiudicarsi maggiori contratti, alimentando potenzialmente una crescita più robusta il prossimo anno.
A nostro avviso siamo nelle fasi iniziali di un periodo di crescita sostenuta per l’automazione industriale. L’inflazione dei salari dovuta alla carenza di forza lavoro qualificata e all’aumento dei costi del lavoro è destinata ad aumentare il grado di automazione, in particolare nelle fabbriche. Allo stesso tempo, le turbative geopolitiche non hanno fatto che intensificare l’impegno delle aziende a consolidare le loro catene di fornitura e rilocalizzare, e avvicinare alla nazione d’origine, le attività produttive.
In conclusione, ci troviamo di fronte a un contesto volatile determinato da fattori che interesseranno tutto il settore dei prodotti industriali. A nostro avviso, le imprese industriali che vantano bilanci solidi, vantaggi competitivi sostenibili e legami con questi temi in via di rafforzamento potrebbero offrire agli investitori opportunità di crescita a lungo termine.
Commento a cura di David Chung, CFA – Janus Henderson Investors