Il 2018 si chiuderà per FCA con cassa netta industriale pari a circa 4 mld e a fine Piano arriverà a 19-20 mld. Il gruppo è pronto a ripristinare un’adeguata remunerazione degli azionisti.
Venerdì scorso FCA ha presentato il nuovo Piano Industriale al 2022. Nessuna sorpresa clamorosa dall’ultimo piano targato Sergio Marchionne, che dovrebbe lasciare a fine anno la guida del gruppo, e il mercato ha optato per le prese di profitto.
Questo probabilmente perché nulla è stato detto sul possibile spin off di Alfa e Maserati.
Il Piano risulta ragionevole al 2020 e ambizioso al 2022. Infatti, proprio per fine Piano, Marchionne mira a raggiungere ricavi tra 155 e 165 miliardi (CAGR 7% annuo)*, free cash flow industriale tra 7,5 e 10 miliardi*.
L’Ebit adjusted dovrebbe più che raddoppiare rispetto al 2017, raggiungendo il range tra i 13 e i 16 miliardi, con redditività compresa tra il 9 e l’11%*, chiudendo così il gap con i principali competitor globali (redditività al 6,3%* lo scorso anno).
L’EPS rettificato è destinato quasi a triplicarsi nello stesso periodo. Il nuovo Piano prevede inoltre capex nel periodo di piano per 45 miliardi*, per una spesa che ammonta a circa il 7%* dei ricavi.
Il 2018 si chiuderà con cassa netta industriale pari a circa 4 miliardi e a fine Piano arriverà a 19-20 miliardi*.
FCA è pronta anche a ripristinare un’adeguata remunerazione degli azionisti attraverso i dividendi. Il payout ratio è atteso a circa il 20% nel periodo*.
Importante anche la decisione di fermare la produzione di auto con motori Diesel nell’area Emea entro il 2021, eccezion fatta per i veicoli commerciali leggeri.
Ricordiamo che di 26 analisti che seguono il titolo, 10 sono buy e 12 hold. Solo 4 analisti consigliano di vendere (Fonte: Bloomberg). Sui multipli FCA viaggia a sconto sui peer sia su P/E che su Ev/Ebit 2018 e 2019.
*Fonte dati: Bloomberg Finance L.P