Perdita netta di 0,56 miliardi per il gruppo Eni e utile operativo in marcata flessione (-66%). Peggiora lo scenario, confermate strategie e obiettivi della guidance 2016.
Nei primi nove mesi del 2016 Eni registra una perdita di 1,39 mld di euro, riconducibile agli effetti del peggioramento dello scenario e dello stop di Val d’Agri.
Il terzo trimestre 2016 si è concluso per il gruppo Eni con una perdita netta di 0,56 miliardi. Il risultato operativo adjusted registra un calo del 66% a 0,26 miliardi nel trimestre e una contrazione del 73% a 1,03 miliardi da inizio anno.
La produzione di idrocarburi è aumentata dello 0,4% nel terzo trimestre a 1,71 milioni di barili/giorno e dello 0,5% nei primi nove mesi dell’anno. Escluso il fermo in Val d’Agri, operazioni di portafoglio e l’effetto prezzo dei contratti petroliferi, il progresso è risultato essere del 2,2% nel trimestre e dell’1,6% nel periodo gennaio-settembre 2016.
Il management ha confermato le strategie e gli obiettivi della guidance 2016, comprese le cessioni, e un livello produttivo sostanzialmente stabile rispetto al 2015. Attesa una generazione di cassa più forte nel quarto trimestre 2016.
“Nel terzo trimestre abbiamo compiuto tre fondamentali passi nella messa a regime del nostro portafoglio upstream: la stabilizzazione a plateau della produzione di Goliat, il riavvio di Kashagan ed il ramp-up di Nooros, testimonianza del successo della nostra strategia esplorativa che privilegia la riduzione del time-to-market.
Questi risultati, insieme al riavvio della produzione in Val d’Agri, consentiranno di rinforzare dal quarto trimestre la generazione di cassa che beneficia al contempo della riduzione dei costi di sviluppo e di estrazione” ha commentato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.