Il risultato del referendum britannico ha aumentato l’incertezza sulle prospettive economiche dell’Eurozona. Molto dipenderà dalla natura dei futuri accordi tra il Regno Unito e la Ue.
Il risultato del referendum britannico ha aumentato l’incertezza sulle prospettive economiche dell’Eurozona: mentre gli effetti di breve periodo, riferiti prevalentemente al commercio estero, dovrebbero essere contenuti e limitati al quarto trimestre, gli effetti di medio periodo saranno condizionati dalla natura dei futuri accordi tra il Regno Unito e la Ue.
In questo quadro, il Pil dell’Eurozona è stimato in crescita lungo il periodo di previsione: 0,3% in T2, 0,4% in T3 e 0,3% in T4.
La crescita media attesa per il 2016 è stimata all’1,6%. I consumi risulterebbero la componente di maggior supporto all’espansione, grazie al miglioramento del mercato del lavoro e al basso livello dei prezzi.
Gli investimenti accelererebbero nel corso del 2016 sostenuti da condizioni finanziarie ancora più favorevoli.
Assumendo un prezzo del petrolio stabile a 49 dollari per barile e un tasso di cambio pari a 1,12 dollari per euro nella restante parte dell’anno, l’inflazione è attesa aumentare progressivamente e raggiungere, nella media del 2016, lo 0,3%.
Produzione industriale italiana
A maggio 2016 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,6% rispetto ad aprile. Nella media del trimestre marzo-maggio 2016 la produzione è aumentata dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.
In termini tendenziali e corretto per gli effetti di calendario, l’indice è diminuito dello 0,6% (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 20 di maggio 2015). Nella media dei primi cinque mesi dell’anno la produzione è aumentata dell’1,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’indice destagionalizzato mensile presenta variazioni congiunturali negative in tutti i comparti; diminuiscono i beni strumentali (-1,8%), i beni intermedi (-0,9%), l’energia (-0,6%) e i beni di consumo (-0,3%).
In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a maggio 2016, un solo aumento nel comparto dei beni intermedi (+1,8%); diminuiscono invece l’energia (-5,9%) e, in misura più lieve, i raggruppamenti dei beni strumentali (-1,5%) e dei beni di consumo (-0,7%).
Per quanto riguarda i settori di attività economica, i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+5,6%), della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+4,3%) e della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+2,5%).
Le diminuzioni maggiori si registrano nei settori dell’attività estrattiva (-13,5%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-9,7%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-6,5%).