UBI Banca: piano 2019-20, via libera alla Banca Unica

Approvata la creazione della Banca Unica con la fusione per incorporazione di 7 banche rete in UBI Banca entro la prima metà del 2017.

UBI Banca

Il Consiglio di Sorveglianza di UBI Banca ha approvato il Piano Industriale (linee guida, gli obiettivi economici, finanziari e patrimoniali) per il periodo 2015-2019/2020.

Prevista l’adozione di una struttura operativa di partenza di Banca Unica, un riassorbimento una tantum della shortfall con conseguente incremento delle coperture dei crediti deteriorati e una rivisitazione dell’offerta commerciale basata sui nuovi bisogni fondamentali post-crisi della clientela privata e su una capacità maggiore di riconoscimento dell’evoluzione dei settori industriali e delle filiere di produzione in cui operano le aziende.

La Banca Unica: al fine di conseguire obiettivi strategici di una ulteriore semplificazione dei processi decisionali e gestionali nell’ambito del Gruppo e la realizzazione di significativi risparmi di costi, il Consiglio di Sorveglianza di UBI Banca e i Consigli di Amministrazione delle Banche Rete hanno deliberato la fusione per incorporazione di Banca Popolare di Bergamo, Banco di Brescia, Banca Popolare Commercio e Industria, Banca Regionale Europea, Banca Popolare di Ancona, Banca Carime e Banca di Valle Camonica in UBI Banca.

Per consentire la fusione UBI Banca procederà al riacquisto, da effettuarsi principalmente tramite concambio con azioni UBI, delle partecipazioni di minoranza detenute da terzi nelle Banche Rete, e in particolare, entro il 2016, delle partecipazioni di minoranza della Fondazione Cassa di Risparmio
di Cuneo in Banca Regionale Europea e della Fondazione Banca del Monte di Lombardia in Banca Popolare Commercio e Industria.

Il riacquisto di tutte le partecipazioni di minoranza, comprese quelle marginali, comporterà l’emissione di un massimo di 75,8 milioni di azioni con una diluzione massima del 7,8%, a fronte di un recupero di redditività più che proporzionale. Il beneficio in termini di CET1 fully loaded è
stimato in circa 30 punti base.

Le proiezioni di Piano Industriale sono state sviluppate sulla base di uno scenario economico prudente, che prevede tassi prevalentemente negativi in arco di Piano e una modesta crescita del PIL, influenzata sia dal basso contributo demografico che dai recenti eventi politici e dal contesto regolamentare, sempre più complesso e in evoluzione, che richiede crescente rigore in termini di capitale, liquidità e investimenti in risorse e IT.

Il Piano Industriale stima un utile netto in crescita a circa 730 milioni nel 2019 e a oltre 870 milioni nel 2020. L’obiettivo di creazione di valore porta il ROTE dal 2,4% nel 2015 (al netto delle componenti non ricorrenti) al 9,4% nel 2019 e al 10,6% nel 2020.

In previsione della crescita degli utili, il Piano include la distribuzione di dividendi con un pay-out costantemente superiore al 40% sull’utile di ogni esercizio e un dividendo unitario in costante crescita durante tutto il periodo di Piano.

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