A gennaio l’indice che tasta il sentiment dei consumatori italiani ha evidenziato un miglioramento del clima di fiducia salendo a 118,90 punti da 117,70. Per le imprese scende a 101,50 da 105,60.
A gennaio 2016 l’indice del clima di fiducia dei consumatori italiani, espresso in base 2010=100, aumenta a 118,9 da 117,7 del mese precedente; per quanto riguarda le imprese, l’indice composito del clima di fiducia (Iesi, Istat economic sentiment indicator), in base 2010=100, scende a 101,5 da 105,6.
Tutte le stime delle componenti del clima di fiducia dei consumatori migliorano. L’incremento risulta maggiore per le componenti personale e corrente (rispettivamente a 107,6 da 104,5 e a 113,5 da 109,1) e più contenuto per la componente economica (a 153,5 da 153,0) e quella futura (a 127,7 da 127,3).
Diminuiscono lievemente i saldi delle stime sia dei giudizi sia delle attese sull’attuale situazione economica del Paese (a -25 da -24 e a 24 da 25, rispettivamente). Per i giudizi sui prezzi nei passati 12 mesi il saldo scende a -25 da -16. Quanto alle attese sui prezzi nei prossimi 12 mesi, il saldo passa a -13 da -11. Calano le attese di disoccupazione (a 1 da 2).
Riguardo le imprese, il clima di fiducia scende in misura significativa nei servizi di mercato (a 106,6 da 113,9) e nel commercio al dettaglio (a 101,9 da 108,8); mostra un calo contenuto nella manifattura (a 103,2 da 104,0) e registra una lieve flessione nelle costruzioni (a 114,6 da 114,8).
Nelle imprese manifatturiere peggiorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese sulla produzione (a -13 da -11 e a 11 da 12, rispettivamente), mentre i giudizi sulle scorte rimangono stabili (a 4). Nelle costruzioni migliorano le attese sull’occupazione (a -10 da -11) ma peggiorano i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (a -39 da -37).
Nei servizi di mercato si contraggono i giudizi e le attese sugli ordini (a 6 da 10 e a 4 da 9 i rispettivi saldi), e le attese sull’andamento generale dell’economia (a 8 da 21). Nel commercio al dettaglio peggiorano sia i giudizi sulle vendite correnti (a -2 da 12) sia le attese sulle vendite future (a 26 da 29); in accumulo sono giudicate le scorte di magazzino (a 11 da 7). E’ quanto annunciato oggi dall’Istat. La prossima diffusione del dato è prevista il 25 febbraio 2016.