Focus sulle multinazionali estere in Italia

Le multinazionali estere contribuiscono per oltre un quarto all’export nazionale di merci (26,2%) e per quasi la metà agli acquisti di merci sui mercati internazionali (46,2%).

multinazionali estere

Nel 2013, le multinazionali estere sono presenti in Italia con 13.165 controllate che impiegano quasi 1,2 milioni di addetti.

Al netto delle attività finanziarie e assicurative, le multinazionali estere realizzano sul territorio nazionale un fatturato di quasi 500 miliardi di euro (pari al 16,7% del fatturato nazionale nell’industria e nei servizi) e un valore aggiunto di oltre 92 miliardi (13,6% del totale).

Rispetto al 2012, diminuisce di poco il numero delle controllate estere (163 imprese in meno) ma rimane sostanzialmente invariato il loro contributo ai principali aggregati economici nazionali.

Il contributo delle multinazionali estere è particolarmente rilevante riguardo alla spesa privata in ricerca e sviluppo in Italia (23,3%), seppure in lieve riduzione rispetto al 2012 (23,6%).

Le controllate estere sono sensibilmente più grandi delle imprese a controllo nazionale, la dimensione media è di 89,1 addetti rispetto a 3,5.

Con riferimento alle grandi imprese (250 addetti e oltre), le controllate estere sono più produttive di quelle a controllo nazionale di circa il 20% mentre il contrario si verifica sulla redditività (37,6% per le multinazionali a controllo nazionale e 35,4% per le controllate estere).

Le multinazionali estere contribuiscono per oltre un quarto all’export nazionale di merci (26,2%) e per quasi la metà agli acquisti di merci sui mercati internazionali (46,2%).

L’incidenza degli scambi intra-gruppo (intra-firm trade) sui flussi commerciali attivati dalle multinazionali è pari al 39,2% per le esportazioni e al 57,0% per le importazioni.

Alle multinazionali estere del settore farmaceutico è attribuibile una quota molto elevata di scambi con l’estero del comparto: 77,5% dell’export e 87,4% dell’import.

L’Unione europea è l’area da cui proviene la quota più ampia di investitori esteri in Italia, in termini sia di imprese (61,0%) sia di fatturato (56,1%) e valore aggiunto (57,6%).

Gli Stati Uniti sono il paese con il più elevato numero di imprese e addetti a controllo estero in Italia (2.172 imprese con oltre 263 mila addetti) e conservano questo primato anche nell’industria e nei servizi.

La Francia è in seconda posizione nell’industria (584 imprese e quasi 68 mila addetti) mentre la Germania è al secondo posto nei servizi (1.347 imprese e quasi 111 mila addetti).

Il trasferimento intra-gruppo di conoscenze scientifiche e tecnologiche dall’estero è più elevato nell’industria (42,9%) che nei servizi (35,8%), mentre quello di competenze manageriali e commerciali si equivale (52,1% in entrambi i casi). E’ quanto comunicato dall’Istat.

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