FTSE Mib +2% alla vigilia della 2 giorni di riunione del FOMC. Prende corpo l’ipotesi di un rinvio della prima stretta monetaria da parte della Fed.
Dopo un avvio di seduta all’insegna della cautela l’FTSE Mib inverte la rotta e chiude sui massimi di giornata a 21903 punti nonostante le indicazioni negative giunte dall’indice Zew, sul livello di fiducia delle imprese tedesche, scivolato a settembre a quota 12,10 punti dai 25 di agosto.
Prende sempre più corpo l’ipotesi che la Fed nella 2 giorni di riunione del FOMC, che inizierà domani per concludersi giovedì 17, non alzerà i tassi di interesse soprattutto in considerazione delle risultanze degli ultimi dati macro economici sattunitensi e della debolezza dell’economia cinese.
La spinta rialzista ai mercati l’hanno data oggi i titoli del settore petrolifero che hanno beneficiato della risalita delle quotazioni del petrolio ed il dato sulle immatricolazioni auto che in Europa ha evidenziato una crescita dell’11,5%.
Fiat Chrysler Automobiles (FCA) ha visto le vendite salire ad agosto del 13,9% con la quota di mercato che passa al 5,1% dal 5% di agosto 2014.
Non hanno partecipato al rialzo il Banco Popolare che ha perso lo 0,13% a 14,88 euro, Luxottica che ha ceduto lo 0,17% a 59,15 euro, Buzzi Unicem (-0,19% a 15,47 euro), A2A (-0,35% a 1,13 euro) e Autogrill (-0,92% a 8,035 euro).
La maglia rosa va a Saipem che oggi ha guadagnato il 4,31% salendo a 7,98 euro seguita da Azimut che, dopo la recente debolezza, ha chiuso gli scambi in progresso del 3,10% a 20,59 euro, Telecom Italia con un +3,04% a 1,084 euro, Tenaris (+2,83% a 11,26 euro), FCA (+2,68% a 13,04 euro), Atlantia (+2,56% a 24,07 euro), Bca Pop Emilia Romagna (+2,51% a 7,95 euro), Unicredit (+2,46% a 5,84 euro), Moncler (+2,44% a 15,54 euro), Eni (+2,21% a 14,81 euro), STM (+2,19% a 6,30 euro), Intesa Sanpaolo (+2,12% a 3,172 euro).