La crescita della produzione industriale registrata a luglio appare “drogata” da un aumento, probabilmente non ripetibile nel medio-lungo periodo, del settore auto.
Da luglio 2014 a luglio 2015, l’automotive è salito addirittura di oltre il 20% spingendo la produzione industriale complessiva al 2,7%.
Senza questo boom della fabbricazione di mezzi di trasporto – legato all’incremento delle immatricolazioni di nuovi veicoli degli ultimissimi mesi, arrivato dopo un lungo periodo di stop negli acquisti da parte di cittadini e imprese – la produzione industriale sarebbe rimasta a livelli decisamente più bassi. Così il Centro studi di Unimpresa, analizzando i dati Istat sulla produzione industriale.
Secondo l’analisi dell’associazione, le variazioni positive più rilevanti sono state registrate nei comparti della fabbricazione dei mezzi di trasporto (+20,1%), della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+12,0%) e della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+11,7%).
Alcune aree, invece, soffrono di più e hanno fatto segnare un calo: si tratta dei comparti dell’atttività estrattiva (-5,0%), della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-2,4%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-0,8%). Il segno “meno” si trova anche davanti ad un altro settore importanti per l’economia italiana come quello dei prodotti chimici (-0,7%).
“I numeri vanno letti fino in fondo e prima di esultare come se fossimo ormai fuori dalla crisi e in piena ripresa bisogna ragionare. La crescita dell’auto è importante, anche per tutto l’indotto che quel settore genera, ma la crescita registrata è certamente frutto di periodi di fermo del 2014 e degli anni precedenti” ha spiegato il presidente di Unimpresa (Unimpresa.it), Paolo Longobardi. “Ecco perché il governo di Matteo Renzi deve spingere tutta l’economia italiana e deve farlo con un piano serio volto alla riduzione del carico fiscale: tra poche settimane conosceremo il contenuto della legge di stabilità e allora vedremo se le promesse saranno mantenute.” ha concluso Longobardi.